
Paese non troppo distante dall’Italia, infatti il volo dura 2 ore Ca (da Pisa);
il primo impatto visivo avuto dall’aereo è stato scoraggiante in quanto si vedevano immense distese di verde con dei piccoli agglomerati urbani qua e là.
In realtà, l’aeroporto di Sofia in cui siamo atterrati, in auto distava almeno una ventina di minuti dal centro che è molto diverso dalla prima impressione avuta in volo.
Approdati a Sofia, ci siamo avvicinati a dei piccoli centri info, uno dei quali vendeva ticket per City Bus, (che in realtà erano dei mini van privati). Abbiamo scelto appositamente di non prendere gli autobus in quanto l’incomprensibilità della lingua e dei caratteri cirillici rendevano il tutto molto difficoltoso.
Una volta acquistati i biglietti ( 3€ a persona), ci siamo avviati verso il van in sosta nel parcheggio dell’aeroporto;
una volta saliti, abbiamo dovuto cambiare il van per cause sconosciute e proseguire verso il centro, che altri non era che la stazione centrale del treno.
Direttamente dalla stazione del treno in linea retta, bisogna proseguire a piedi per almeno 40 minuti, altrimenti volendo, in 20 minuti si arriva nella zona “araba” in cui è possibile trovare i primi Hotel ed ostelli della città.
Inoltre, il quartiere essendo popolato da varie etnie, offre numerosi chioschetti che difficilmente si trovano in centro.
Infatti nelle immediate vicinanze non si trova nulla, ma spostandosi di almeno 1/2 km si incappa facilmente in paninoteche, kebab’s, negozietti di dolciumi ecc..
Nel city center sono presenti bar, ristoranti, un paio di hotel di alto profilo e le classiche catene europee di fast food (quali Mc Donalds, Subway..) che sono ottimo appoggio per fare spuntini ed intanto approfittare della connessione Wi-fi.
Nel centro di sofia, e soprattutto nell’area vicino all’università è disponibile una connessione libera, ma non vi è alcuna garanzia che funzioni.
Invece, nelle fermate della Metropolitana c’è un buon segnale che permette di navigare gratuitamente senza nemmeno appoggiarsi ai punti ristoro, stando semplicemente nelle spaziose panche della Metro.
L’impressione che da il centro è di semplicità, la città è pervasa da un’aria di serietà data dalle imponenti chiese, illuminate soltanto dal tocco di colore dato dalle cupole d’oro che sono un chiaro richiamo allo stile bizantino.
Avvicinandosi verso la parte centrale della polis, si osserverà una pavimentazione giallastra differente dal resto delle strade, infatti volutamente diversa questa, segna l’iter verso le principali edifici cittadini senza possibilità di perdersi o sbagliare strada!
L’essenziale è la parola chiave per questa città, infatti non vi sono luoghi, strutture o edifici che richiamino in qualche modo il lusso delle grandi captali europee;
anche le persone si dimostrano semplici e cordiali,nonostante ci sia un bassissimo livello di lingue straniere parlate, anche tra i più giovani non si riesce a comunicare abbastanza.
Per quanto riguarda il cibo, vi è una grande influenza turca e in generale balcanica data dallo stile della cucina e dai piatti;
a capeggiare vi sono le verdure, lo yogurt e piatti tipici quali i byrek, musakà e l’immancabile baklavà come dolce.
Consigliamo un ristorante di cucina tipica, il Kashtite con menù anche in inglese, in cui è possibile assistere a piacevoli esibizioni di musica folk bulgara che vi accompagnerà durante l’arco della vostra cena!
Noi, ad esempio abbiamo ordinato delle verdure grigliate servite su una piastra rovente; insalata mista di pomodori, cetrioli, carote coperti da una grattugiata di formaggio simil feta, con un letto di zucchine al vapore servite con una saporitissima salsa all’aglio pane della casa per un costo totale di 10€ in due.
A noi è andata bene con il secondo ostello in cui siamo stati, il “Gulliver Hostel”; in cui la spesa media in una stanza privata da 2 è stata di 20€ a notte per la camera, mentre di 16€ per due in dormitorio.
L’ostello è un po’ datato, ma comunque semplice e funzionale; All’accoglienza troverete una ragazza con la quale è possibile parlare in inglese ed un ragazzo cortese che ci prova per lo meno 🙂