Gia l’arrivo in treno in questa favolosa cittá dice molto: un’infinita rete di ferrovie, binari, corsie e ponticelli che si accavallano per andare da una piattaforma all’altra; persone, ci sono persone ovunque!! 

Comincia ad esser più chiaro perchè molti sostengano che la vera India sia qui a Varanasi!

Come metterete il piede fuori dal vagone verrete letteralmente travolti, finirete in un vortice di persone e senza neanche rendervene conto e vi ritroverete all’uscita della stazione scortati da qualche autista di tuc-tuc che promette di non fregarvi sul prezzo della corsa!

Nel frattempo forti odori cominceranno a turbarvi: dalle piccole carrette di street-food si elevano colonne di fumo d’incenso accompagnate da fragranze forti e speziate, seguite da odori sgradevoli ed inspiegabili, dall’olezzo di sudore a quello nauseabondo dei cumuli di immondizia parcheggiata un po’ ovunque.

Una volta usciti dalla stazione, eserciti di tuc-tuc parcheggiati ordinatamente aspettano di avventarsi sui turisti come leoni sulle prede; da lì in poi urla, rumori, clacson e contrattazioni di qualsiasi genere predominano sul resto!

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Un giovane che ci aveva fatto strada uscendo dalla stazione ha brevemente guadagnato la nostra fiducia, proponendoci un prezzo più che buono di 50 rupie per raggiungere una guest-house nei pressi del Manicharnika Ghat.

Il viaggio in tuc-tuc è un must dell’esperienza di viaggio in India!

Preoccupati dalla guida sportiva di quello che a noi sembrava un giovanissimo autista, abbiamo poi scoperto, grazie alla sua spiegazione che il gioco di guida Indiano si basa su un’unica regola: il “no touching”, ovvero non ci si tocca mai; così si evitano incidenti.

Il conducente, più che trentenne invece, ci ha detto che sono pochissimi gli incidenti, sebbene il traffico sia “fuori controllo”, disorganizzato e come se fosse ora di punta in ogni momento della giornata.

La sua esperienza di guida ci ha da subito conquistati e dato un assaggio di follia Indiana!

Raggiunta la guest house, passando per una piccola viuzza che si dirama dalla via principale, odori forti ci hanno annebbiato per un attimo la mente..

Ci siamo affrettati a salire le lunghe scale per raggiungere la stanza al 3° piano e dopo una breve contrattazione abbiamo raggiunto un accordo sul prezzo per notte, ovvero 450 rupie in camera doppia, veramente un’affare se rapportato alla qualità che offriva la struttura.

Dopo esserci rinfrescati ed aver guardato velocemente la mappa della città per decidere almeno la direzione in cui andare, siamo ritornati sulla via principale per gustarci ufficialmente il nostro primo giorno a Varanasi!!

Fortunatamente non è periodo di monsoni, quindi non c’è alcuna umidità; il caldo però si è fatto sentire.

Ricordo di aver comprato una bottiglia gigante di acqua da 2l per 30 rupie ed aver detto convinta “adesso la finisco tutta”…invece no, solito sorso da criceto e via verso i Ghat!

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La main street è ipertrafficata: risciò ovunque, tuc-tuc a non finire ed a sorpresa macchinoni del tutto fuori luogo che sbucavano da vicoli improbabili. Tutto sembra surreale nelle prime ore.

A perdita d’occhio ciò che sembra un esercito di piccole formiche colorate che si muove rapidamente è invece un’ esercito di persone.

Dai vicoli sbucano venditori di ogni genere bisbigliando: ” fumo, hashish, marjuana ..?!” , elencandoti una variante di nomi e qualità di droga a non finire…

A quel punto ci viene da chiederci se la maggior parte dei turisti che vengono qua non ne abusino così tanto da catalizzare i propri viaggi solo sul consumo di oppiacei e droghe varie, altrimenti non si spiegherebbe perché qualunque piccolo spacciatore si avvicini per offrirti qualcosa mentre calcoli poco e niente i locali.

Altri, invece propongono affari d’oro sull’acquisto di articoli in cashmer o souvenir vari… Per loro sfortuna però noi viaggiando per due anni non possiamo concederci alcun tipo di acquisto ‘turistico’ perché appesantirebbe il nostro zaino a non finire.

Dalla strada principale decidiamo di buttarci dentro dei violetti che sembrerebbero affacciarsi sui Ghat, lì siamo stati travolti dal tanfo delle fogne a cielo aperto e dei cumuli di letame delle loro adorate vacche sacre.

Sono cose difficili da spiegare a parole, gli odori soprattutto… Quelli sono unici.

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Sono tanti, differenti e contrastanti e soprattutto quelli nauseabondi una volta che salgono su per le tue narici faticano ad andar via velocemente…Sono forti e pungenti, di quelli che ti fanno strizzare gli occhi e gridare “Oddio… Non è vero.. È impossibile..”

Già, così pensavamo, invece poi abbiamo scoperto che una costante dell’India è questo sentore di urina ad ogni angolo delle strade e nonostante anche qui a Varanasi ci siano diversi orinatoi pubblici, la maggior parte della gente si sente libera di farla come i cani…un po’ dove capita insomma.

Una volta usciti da questo labirinto di cunicoli ci siamo trovati davanti lo spettacolo del Gange e delle immense scalinate dei Gath che vi si immergono.

Le emozioni ed i pensieri sono tanti e tutti contrastanti, un’ po’ come gli Indiani, le loro credenze e ciò che fanno…

Quel giorno avrei voluto che la giornata durasse il doppio delle ore per continuare a guardare e cercare di capire.

Capire come mai un luogo così unico e sacro sia diventato una discarica;

Come mai animali venerati come le vacche anziché essere spostati in campagna a pascolare vengano lasciati in città a mangiare immondizia;

Chiedersi perché scimmie e cani, sacri come le vacche vengano ignorati, spesso maltrattati e lasciati a morire lungo le rive del Gange.

Poi riflettendo oltre, non possiamo chiederci perché non si provi compassione per gli animali quando centinaia di anziani vivono proprio lì, sulle inquinate e sporche sponde del fiume in attesa di morire.

Centinaia di anziani costretti a mendicare per poter comprarsi un po di Chai e qualche Chapati per arrivare al giorno dopo.

Altri, indifesi allo stesso modo sono i bambini.

Girano lungo i Gath fino a tarda notte provando a racimolare qualche spiccio vendendo candeline o altre “cianfrusaie”.

La prima impressione su questa città è stata quella di essere tornati in un posto a cui appartenevo, dal quale mancavo da tempo (Anche se non c’ero mai stata).

La sensazione che si prova è molto strana, le contraddizioni sono tante e tutto è elevato all’ennesima potenza : suoni, rumori, odori, colori, fragranze….tutto!

Per non parlare dell’esperienza dei Ghat di per se e delle cerimonie di cremazione che sono uniche!

Questo è stato il primo giorno a Varanasi, ma pur avendocene passati 15 posso dire che ogni giorno a Varanasi è il primo giorno!!

C’è sempre qualcosa da imparare, qualcosa per cui stupirsi e qualcosa su cui riflettere.

Talvolta quando si pensa di aver capito qualcosa su questa città, si scopre dell’altro che smonta tutte le nostre convinzioni… Questa è una di quelle città da vivere, giorno per giorno!